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Le BiELLE Interviste
Giorgio Conte : E andammo a "Sfogliar verze"

Foto di Patrizia Laquidara al Tenco




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"Sfogliar verze" è una spassosa raccolta di racconti di vita di provincia, un teatrino sorridente messo in scena da Giorgio Conte, avvocato, astigiano, cantautore coi baffi, ma anche, a differenza di suo fratello Paolo, scrittore. Questa volta è proprio un libro (edito da Excelsior 1881), mentre il precedente, il Contestorie, era solo allegato al cd omonimo. E’ il grande salto verso la letteratura?

(Ride) Un saltino, diciamo. Per non sconcertare troppo il lettore. Io mi ero proposto quella che poteva essere un’operazione assurda forse: mettersi le cuffie, sentire il disco e intanto leggere il libro. Troppo complicato. Invece va bene così. Questo è un librettino da portare in tasca e leggerselo in tre o quattro occasioni con simpatia, spero.

Sfogliar verze è uno splendido titolo oltre che un modo di dire molto comune dalle mie parti e penso anche dalle tue. Cosa racconta?

Racconta molto di me, della mia adolescenza e soprattutto ci sono episodi che riguardano l’approccio di due ragazzi di provincia appassionati di musica, verso Galleria del Corso e tutto quel rutilante mondo di canzoni e case editoriali nella speranza di riuscire a piazzare qualche pezzo.

Speranza coronata da successo

Non disattesa, diciamo.

Con che musica di sottofondo andrebbe letto se volessimo ripetere l’esperimento?

Io nel frattempo ho inciso qualche disco, di cui uno al Sovrano Festival, abbastanza descrittivo, dove tra una canzone e l’altra c’è anche qualche mia chiacchierata. Però forse distrarrebbe troppo. Direi di metterci sotto L’ambasciatore dei sogni.

Benissimo. Parlavi del disco di Sovrano, un live. E per ora è il tuo ultimo album. Hai qualcos’altro in preparazione o è troppo presto?

In preparazione in questo momento ho uno spettacolo che troverà la sua sede ideale nei teatri, perché è di impianto sia musicale che teatrale. A teatro bisogna anche vedere qualcosa di diverso da un gruppo di musicisti e uno chansonnier che ti racconta qualche cosa. Per cui sono andato verso delle suggestioni scenografiche. Il debutto è fissato per il 29 giugno ad Astiteatro sarà la prima e non sarà solo un concerto, perché ci saranno giochi di ombre e di luci: l’ascoltatore non sentirà solo la canzone, ma vedrà anche il film che sottostà a quel brano.

Il titolo dello spettacolo?

Si chiama “Controtempo

Come mai un titolo così?

E’ un titolo che non ho scelto io anche se sono d’accordo nell’attribuire a questo spettacolo una lentezza, una tranquillità che va controtempo, contro il ritmo di questa caotica vita moderna.

Quindi c’è da leggere, da andare a teatro, da ascoltare musica … un’offerta multimediale si direbbe?

(Ride) Di più non so fare

Nella presentazione c’è anche una parte musicale

Mah, cosa vuoi, c’è sempre qualcuno che ti chiede una canzoncina e poi in una dimensione come quella delle librerie, vale la pena anche fare un po’ di richiamo di ordine sonoro. L’importante è aveva accanto qualcuno che ti ascolta e non solo gente che va e che viene.

Ti avevo visto qualche anno fa in uno spettacolo chitarristico solo con tuo figlio. E’ un progetto che va avanti o che si è fermato?

E’ un progetto che va avanti. Allora, quando mi hai visto al circolo Arci Matatu, eravamo solo io, mio figlio e un contrabbassista: ora si è aggiunto un chitarrista specialista di quel genere, per cui riusciamo anche ad avere sonorità più complete.

Il genere era Django Reinardht e la musica manouche, vero?

Sì, quel genere lì. Alterniamo degli standard jazzisti a dei valerini musette più o meno conosciuti che sono in sintonia tra di loro. E’ una formula che va bene per il jazz , lo swing e il valzer.


 

Sul web
www.giorgioconte.it
 
Intervista telefonica del 13-06-2007
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