Un
nuovo
libro e un nuovo spettacolo per l'avvocato
di
Giorgio Maimone
"Sfogliar verze"
è una spassosa raccolta di racconti di vita di provincia,
un teatrino sorridente messo in scena da Giorgio Conte, avvocato,
astigiano, cantautore coi baffi, ma anche, a differenza di
suo fratello Paolo, scrittore. Questa volta è proprio
un libro (edito da Excelsior 1881), mentre il precedente,
il Contestorie, era solo allegato al cd omonimo. E’
il grande salto verso la letteratura?
(Ride) Un saltino,
diciamo. Per non sconcertare troppo il lettore. Io mi ero
proposto quella che poteva essere un’operazione assurda
forse: mettersi le cuffie, sentire il disco e intanto leggere
il libro. Troppo complicato. Invece va bene così. Questo
è un librettino da portare in tasca e leggerselo in
tre o quattro occasioni con simpatia, spero.
Sfogliar
verze è uno splendido titolo oltre che un modo di dire
molto comune dalle mie parti e penso anche dalle tue. Cosa
racconta?
Racconta
molto di me, della mia adolescenza e soprattutto ci sono episodi
che riguardano l’approccio di due ragazzi di provincia
appassionati di musica, verso Galleria del Corso e tutto quel
rutilante mondo di canzoni e case editoriali nella speranza
di riuscire a piazzare qualche pezzo.
Speranza
coronata da successo
Non disattesa,
diciamo.
Con
che musica di sottofondo andrebbe letto se volessimo ripetere
l’esperimento?
Io nel
frattempo ho inciso qualche disco, di cui uno al Sovrano
Festival, abbastanza descrittivo, dove tra una canzone
e l’altra c’è anche qualche mia chiacchierata.
Però forse distrarrebbe troppo. Direi di metterci sotto
L’ambasciatore dei sogni.
Benissimo.
Parlavi del disco di Sovrano, un live. E per ora è
il tuo ultimo album. Hai qualcos’altro in preparazione
o è troppo presto?
In preparazione
in questo momento ho uno spettacolo che troverà la
sua sede ideale nei teatri, perché è di impianto
sia musicale che teatrale. A teatro bisogna anche vedere qualcosa
di diverso da un gruppo di musicisti e uno chansonnier che
ti racconta qualche cosa. Per cui sono andato verso delle
suggestioni scenografiche. Il debutto è fissato per
il 29 giugno ad Astiteatro sarà la prima e non sarà
solo un concerto, perché ci saranno giochi di ombre
e di luci: l’ascoltatore non sentirà solo la
canzone, ma vedrà anche il film che sottostà
a quel brano.
Il
titolo dello spettacolo?
Si chiama
“Controtempo”
Come
mai un titolo così?
E’ un titolo
che non ho scelto io anche se sono d’accordo nell’attribuire
a questo spettacolo una lentezza, una tranquillità
che va controtempo, contro il ritmo di questa caotica vita
moderna.
Quindi
c’è da leggere, da andare a teatro, da ascoltare
musica … un’offerta multimediale si direbbe?
(Ride)
Di più non so fare
Nella
presentazione c’è anche una parte musicale
Mah,
cosa vuoi, c’è sempre qualcuno che ti chiede
una canzoncina e poi in una dimensione come quella delle librerie,
vale la pena anche fare un po’ di richiamo di ordine
sonoro. L’importante è aveva accanto qualcuno
che ti ascolta e non solo gente che va e che viene.
Ti
avevo visto qualche anno fa in uno spettacolo chitarristico
solo con tuo figlio. E’ un progetto che va avanti o
che si è fermato?
E’
un progetto che va avanti. Allora, quando mi hai visto al
circolo Arci Matatu, eravamo solo io, mio figlio e un contrabbassista:
ora si è aggiunto un chitarrista specialista di quel
genere, per cui riusciamo anche ad avere sonorità più
complete.
Il
genere era Django Reinardht e la musica manouche, vero?
Sì,
quel genere lì. Alterniamo degli standard jazzisti
a dei valerini musette più o meno conosciuti che sono
in sintonia tra di loro. E’ una formula che va bene
per il jazz , lo swing e il valzer.
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