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Le BiELLE Interviste
Davide Van De Sfroos: la musica dalla parte delle radici

Foto di Patrizia Laquidara al Tenco





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Sempre disponibile, sempre di buon umore, Davide Van De Sfroos ormai è una presenza costante su Bielle. Negli ultimi tempi abbiamo avuto modo di parlare dei suoi concerti e dei suoi libri più che dei suoi dischi, ma adesso c'è un album nuovo in rampa di lancio. Dovrebbe arrivare per Natale, il titolo non si sa ancora, ma dovrebbe muoversi su sentieri affini a quelli percorsi con "Akuaduulza", il nostro album Imperdibile del 2005. Nel frattempo la formazione che affianca Davide è cambiata almeno un paio di volte, ma questo ormai non stupisce più nemmeno i suoi fan più accaniti. Resta, immutabile, la pietra angolare di Angapiemage Galiano Persico col suo violino, il resto è mutevole, al servizio del capobanda. Ma cambiando l'ordine dei fattori (dei suonatori) il prodotto, per adesso non è mai cambiato. L'ultima uscita di Davide in ordine di tempo è il dvd Ventanas, ma anche da quello, pur bello, ormai è passato quasi un anno. Tempo di novità.

Alla ripresa dell’attività dopo l’estate. Porti qualcosa di nuovo in tournée?

Qualcosa di nuovo inteso come qualcosa di destinato al nuovo cd ci sarà: c’è la canzone dei minatori e quella del Cimino che è già diventata una maglietta. Il Cimino è l’ex contrabbandiere che fece una fuga incredibile con un finale quanto mai grottesco e comico: sono due canzoni che ormai iniziano a entrare nell’immaginario. Poi come questo tour ci ha permesso di fare ci si lascia andare molto alla jam session, all’autoironia e al rispolverare cover strane: da Jesse James, a Psyco killer dei Talking Heads, a Another brick in the wall dei Pink Floyd. Alcune cose strane ci sono: fa parte di quelle tournée libere, in cui non avendo un disco da promuovere puoi tranquillamente giocare con quello che ti passa per la testa. E sarà così anche a Milano sicuramente.

Con quale formazione giri in questo periodo?

La formazione con cui giro è formata da Anga, come sempre, al violino; Silvio Centamore alla batteria; Andrea Taravelli al basso; l’italo americano Jamie Lee Scott Dolce alla chitarra e, nuovo ingresso, Eros Cristiani alla fisarmonica, che ha già suonato con Mauro Pagani e all’epoca anche con De André.

Parliamo un po’ del disco nuovo. Siamo alle ultime battute?

Il 90% dei brani è già stato registrato. Le canzoni sono in fase di ultimazione e stiamo facendo i salti mortali per farlo uscire tra novembre e dicembre. Potrebbe uscire per Natale.

Un bel regalo per tutti i cowboys! Sai già il titolo?

No, non ha ancora un titolo, ma la sua linea è ben tracciata. Sono 15 brani, questo lo so. Ma avremo tempo per parlarne ancora.

Ma sarà un album nel solco di “Akuaduulza” o quelle atmosfere sono già superate?

Ci siamo tenuti la voglia di registrare molto roots, senza canoni e confini: è un disco che suona molto radicale. Ci sono molti suoni che possono far pensare a quella America, a New Orleans: infatti ci saranno banjo, fisarmoniche , chitarre slide, suoni molto grezzi, registrazioni di impatto, molto libere, non prefabbricate. E’ un disco con un impatto molto “live” e con delle canzoni per me molto importanti.

E gli altri tuoi progetti? Teatrali, libri?

Ogni tanto facciamo questa versione che la chiamiamo “Quattro gatti in quattro”, dove parliamo, chiacchieriamo e suoniamo ed è il nostro momento più teatrale. Per il resto mi sono concentrato molto sul disco nuovo, quindi lo scritto, per ora rimane sui taccuini, Però c’è sempre qualche guizzo, qualche mania che fa capolino.

Invece “Va da via l’blues” è un capitolo terminato …

Quello è stato il momento del tour dello scorso anno con Sugar Blues e l’abbiamo immortalato sul video Ventanas. Ma è stata un’esperienza conclusa. E’ stato bellissimo, mi è piaciuto Adesso si torna a fare a quello che capita, quello che viene. Si va dove ti porta il cuore e dove ti porta il manico della chitarra.

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Intervista telefonica del 03-09-2007
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