"Non
siamo più piccoli, ma siamo sempre Avion"
di
Giorgio Maimone
Con
Peppe Servillo, voce e anima del gruppo, commentiamo telefonicamente
l’ultimo album dei rinnovati Avion Travel, non più
Piccola Orchestra, che è dedicato alle canzoni di Paolo
Conte, alla vigilia del concerto di Milano al Teatro Strehler,
tappa del tour promozionale che li porterà in giro
per l’Italia. Danson Metropoli ha, a suo modo, mostrato
una peculiarità: poche volte un disco tanto atteso,
come successo annunciato, riesce a mantenere quanto promette.
Gli Avion e Paolo Conte, sotto l’attenta guida di Caterina
Caselli, ce l’hanno fatta e, cosa ancora più
sensazionale, senza perdere nessuno dei due i punti caratterizzanti
della loro identità.
Parliamo
di Danson Metropoli, un album che ha stupito molto e che ha
stupito favorevolmente, nel senso che il vostro repertorio
e quello di Paolo Conte non sembravano vicini eppure ce l’avete
fatta a entrare nel suo mondo, dando una lettura molto interessante.
Grazie. E’
stata una scommessa molto interessante per noi e che, in realtà
ci ha sorpreso a nostra volta. Soprattutto il favore del pubblico
e della critica. Era, in ogni caso, un’avventura che
avremmo voluto fare, perché, puoi immaginare che lavorare
con Paolo Conte è per noi un motivo di grande curiosità,
di grande stimolo e di grande interesse.
Un
punto d’arrivo?
Un punto d’arrivo,
ma anche di partenza.
Voi
di suo avevate già fatto "Insieme a te non ci
sto più". Un’escursione forse più
nel repertorio della Caselli che in quello di Conte. Però
il brano l’ha scritto Conte, l’ha cantato la Caselli
e adesso entrambi questi personaggi sono stati fondamentali
per la costruzione di Danson Metropoli.
Diversi anni fa
l’abbiamo inserita nel repertorio e tuttora la teniamo.
E’ stato il nostro unico punto di contatto col canzoniere
contiano fino ad adesso, però sai, un’esperienza
come questa che ti fa vedere un cantautore da vicino, ti fa
confrontare davvero con la sua scrittura con l’obbligo
un po’ anche di reinventare il tutto con gli arrangiamenti
e con un altro modo di porgere le sue canzoni.
Anche
perché voi adesso siete basso, chitarra e batteria:
una trasformazione dell’approccio pianistico di Conte
alle canzoni andava messa in conto.
Però
devo puntualizzare che nel disco c’è un’orchestra
diretta da Daniele Di Gregorio che abitualmente è collaboratore
di Paolo Conte, che c’è alle tastiere Flavio
D’Ancona. Insomma, non ci siamo fatti mancare nulla
(ride). Anche dal vivo c’è una formazione che
prevede un tastierista, lo stesso Flavio, mentre Di Gregorio
partecipa a sua volta alla marimba e alle percussioni e poi
c’è Martina Marchiori al violoncello.
Avete
quindi arricchito la formazione base del quartetto, dove,
ricordiamolo, siete rimasti tu alla voce, Fausto Mesolella
alla chitarra, Mimì Ciaramella alla batteria e Vittorio
Remino al basso. Prima di Danson Metropoli c’è
stato per gli Avion Travel, “Poco mossi gli altri bacini”.
Era il 2003. E’ una pausa molto lunga. Ora esce un disco
di cover, d’autore, ma sempre cover sono. E’ una
pausa molto lunga. Inediti niente da quattro anni. Sono problemi
dovuti al cambio di formazione?
No, diciamo
che in questi quattro anni sono nati tanti altri progetti
che ci hanno visto impegnati sia come interpreti che come
autori con altri musicisti e questa esperienza è stata
per alcuni di noi un ritorno a casa. Questa esperienza è
anche stato quello che ci ha tenuto insieme, ha tenuto vita
“la ditta” in qualche modo. Io avevo dato vita
a un progetto con Javier Girotto e Natalio Mangalavite, un
trio che ha portato al disco “L’amico
di Cordoba”. Insieme a Fausto Mesolella dal
vivo abbiamo dato vita a questo progetto che si chiama
“Uomini in frac” con Furio Di Castri,
omaggio a Domenico Modugno con cui quest’anno
abbiamo partecipato a Umbria Jazz Winter. Poi ci sono stati
i progetti paralleli di Ferruccio Spinetti con Pietra
Magoni e di Mario Tronco con l’Orchestra
di Piazza Vittorio e così via. Da “Poco
mossi gli altri bacini” a oggi sono successe
tante cose. Però questo disco per noi è un punto
d’arrivo da un lato, ma anche un punto di partenza perché
gli Avion Travel vanno a cominciare da un’altra parte.
Che
non è più Piccola Orchestra Avion Travel. Adesso
siete più piccoli, ma avete perso il “piccolo”
nel nome.
Esatto (ridiamo)
La
formazione ora resterà stabile?
Si. In sostanza
siamo io, Fausto e Mimì, della formazione storica,
poi è tornato Vittorio Remino un bassista della prima
ora, che suonava con noi negli anni ’80.
Con
gli altri non ci sono progetti in comune?
Loro hanno dato
vita stabilmente ad altre esperienze, quindi … Pur avendo
suonato Ferruccio Spinetti nel disco nostro però. E’
col suo contrabbasso in un paio di brani.
Problemi
particolari nell’affrontare Conte in cosa li hai avuti?
Oltre che nel dove padroneggiare il dialetto artigiano …
Proprio una certa
diversità nell’appartenenza musicale, nella storia
reciproca credo sia stato quello che ha favorito l’originalità
dell’incontro, credo. Difficoltà, all’inizio
forse un eccessivo pudore da parte nostra che però
lui stesso ha sgombrato il campo da ciò. Ci ha invitato
anzi a stravolgere, a mischiare gli stili, a richiamare l’istinto,
pur custodendo ovviamente la scrittura delle canzoni, ci ha
inviato anzi a tirar fuori una vena partenopea che non è
neanche tanto nascosta in questo disco, anzi …
Assolutamente
Lo si sente dal
momento che abbiamo reinterpretato “un suo classico
napoletano” come “Spassionatamente” e anche
l’inedito Il giudizio di Paride è in napoletano,
come pure abbiamo “tradotto” in napoletano Danson
Metropoli.
Nello
spettacolo che portate in giro ci sono solo le canzoni di
Conte o c’è spazio anche per i vostri pezzi classici?
Ci sono
anche le canzoni a cui il nostro pubblico è più
affezionato e alle quali anche noi non rinunciamo facilmente
nei nostri spettacoli.
E
il tuo progetto parallelo con Girotto e Manglavite? Va avanti
o è stato solo un numero unico?
No, no.
In questo momento siamo tutti concentrati su quello che si
annuncia come un lungo tour. Il disco sta uscendo in questi
giorni anche in Olanda, in Francia e in Belgio. E’ stato
recensito anche negli Stati Uniti, speriamo di poterlo pubblicare
anche lì.
Dicevi
che Danson Metropoli è sia un punto d’arrivo
che un punto di partenza. Lo so che è presto con un
disco appena uscito, ma cosa vedi nel futuro immediato degli
Avion Travel?
Queste
canzoni hanno una faccia e spero che abbiano ogni tipo di
pubblico e ogni luogo, come è nella storia degli Avion
Travel, abituati a suonare ovunque, in mille situazioni. E’
questo il progetto nostro in questo momento.
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