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Le BiELLE RECENSIONI
Roberto Angelini e Rodrigo D'Erasmo: "Pong Moon"

Piacevole, ben fatto, ben suonato, ma perché un disco di cover?
di Lucia Carenini

La stessa domanda me l'ero già posta dopo aver ascoltato la rilettura di "Non al denaro" fatta da Morgan. Anche se il dispendio di forze è sostanzialmente diverso (di là la mobilitazione di un'orchestra sinfonica, di qua canzoni ridotte all'osso e supportate da una chitarra, un violino e pochi interventi di basso, percussioni e piano) il risultato che ne esce è assimilabile: un lavoro indubbiamente piacevole, ben suonato, ben arrangiato, che si ascolta volentieri e si riascolta anche. Ma perché, visto che c'è l'originale? Che innegabilmente sta a un livello più in alto, non foss'altro perché, appunto, è l'originale. Senza contare poi che si tratta di un autore-culto del calibro di Nick Drake.

“Pong Moon – Sognando Nick Drake” di Roberto Angelini e Rodrigo D’Erasmo è la ripresa non proprio di “Pink Moon”, l'album più celebre del mai abbastanza compianto Nick Drake, ma la riproposizione in chiave alquanto calligrafica di nove pezzi del repertorio drakeiano, tre dei quali pescano dalla sua opera fondamentale così come la copertina: un rifacimento in plastilina di quella dell'album originale.

Significa che Pong Moon è una copia sintetica? Un disco "di plastica"? Un esercizio di stile? Non esattamente, perché il lavoro manuale puntiglioso di ricostruzione della musica (e anche dell’immagine) fa ben capire che dietro c'è dell'amore vero. Angelini e D'Erasmo hanno recuperato su internet, studiato e ricostruito le partiture dei pezzi di Drake (che non sono mai state edite) cercando di riprodurre il respiro della sua arte in maniera quasi maniacale. Il risultato è quindi il una riproduzione assolutamente filologica dei pezzi originali, con tanto di rumore delle dita sulle corde così classico di Drake. La voce di Angelini poi si presta bene ai pezzi e il violino di D'Erasmo aggiunge fili al tappeto sonoro incastrandosi bene con gli arpeggi alla Drake. Insomma, è un po' una cosa del tipo "mi piace così tanto che voglio rifarlo".

Però torna inesorabile la domanda. Va bene, Drake ti ha folgorato, ma perché farne un disco di cover? Non certo per farlo conoscere alle masse. Un conto darebbe stato se la stessa operazione l'avesse fatta, che so, Jovanotti, o Vasco Rossi o per assurdo anche Fiorello. Ma Angelini non è proprio questa potenza mediatica capace di trascinare migliaia di persone nella sua scia...

Se questo disco doveva invece essere per Roberto Angelini il tentativo di scrollarsi di dosso l'etichetta di cantante “leggero” legata all’effetto “Gattomatto”, sarebbe stato meglio almeno provare a rifare Drake traducendo un paio di testi in italiano, oppure fare un bel disco di inediti inserendovi caso mai un omaggio a Nick visto come spirito-guida (ed è il caso di dirlo) del cambio di rotta. Un bel lavoro originale avrebbe riportato Angelini sulle strade della canzone d’autore, visto che, siamo sicuri, ha le carte in regola per percorrerle.

Allora forse la chiave di lettura va cercata nel retro di copertina, che riprende - sempre col pongo - la fotografia del disco di Drake facendogli però incontrare Angelini e D’Erasmo nella veste di musicisti di strada. Il punto è che anche con il pongo si possono fare cose che hanno una loro dignità artistica, si può dare sfogo alla propria fantasia creando qualcosa di originale.

Allora prendiamo questo disco come una tappa di avvicinamento. Che sapete suonare l'avete dimostrato, che cosa vi piace l'abbiamo capito. Forza ragazzi, mettete via le lune di pongo e tirate fuori le vostre, che i numeri li avete.

Noi siamo qui ad aspettarvi.

Roberto Angelini e Rodrigo D'Erasmo
"Pong Moon"

Storie di note - 26-9-2005
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Ultimo aggiornamento: 19-02-2006

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