Caciara
allegra ricordando Xavier Cugat
di Leon Ravasi
Per
parlare dei Bassistinti potrei fotocopiare la critica già
fatta per i Solidamor. Musica caciarona
e simpatica, adatta per l’estate. Testi inesistenti o come
se e spesso affidati a lingue improbabili. Mi dirai ma anche i friulani
non è che si capiscano un granché. A parte che si
capiscono a sufficienza, in genere forniscono la traduzione nel
booklet. Qui non c’è per il semplice motivo che non
serve. Non è un disco di parole. E’ un disco di musica.
Potrebbero dire “la la la la” e andrebbe bene istess.
Solo
che i Bassistinti, rispetto ai Solidamor, mi piacciono leggermente
di più. E non so dire perché. In fondo è la
stessa patchanka basata su una solida base reggae-ska contaminata
con jazz, rock e 2tones, ibridata con un pizzico di mambo e sapori
latini. Insomma siamo sempre al Campari Mixx (dio ce l’abbia
in gloria! Tutti abbiamo le nostre perversioni. A me, ogni tanto,
piace anche Zucchero!).
Bassistinti
in più rispetto a Vallanzaska, Matrioska e altri dello stesso
genere in levare hanno quest’aria polverosa da vecchia big
band, questi suoni che ricordano Xavier Cugat, questo pizzico di
aria esotica e questa stramaledetta musicalità che non può
fare a meno di affascinare. Pur essendo attiva da molti anni (1994)
la band, originaria di Varese e dintorni, composta di 7 elementi
è al suo primo disco ufficiale. Tutto da sentire e da ballare
o da lasciarsi amabilmente carezzare.
Basta non cercare
troppo oltre o andare troppo per il sottile è musica fatta
per divertire e lì si deve fermare. Le mie canzoni preferite?
“Negril”, “Cantu poi
pantras” e soprattutto “Callallo beach
version”. Ma non chiedetemi perché.
Bassistinti
"Don't cry for me"
Maninalto - 2004
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aggiornamento: 15-07-2004 |