|
 |
Belzebù
di Baccaro / Salameh
Passaggi indespensabili
su di me
segnano lentamente
per inventare il tempo
che scivola dentro le mie stagioni
Vidi cose bellissime, anima,
non ho dimenticato,
quadri di mare e luce
e semplici voli di angeli
Ripetendo mille volte
perdita di sé,
ossessione dell'assenza impossibile
Portami con te
anni luce lontano via da qui,
s'aprono mille possibilità
per questa nostalgia,
Tanto tempo fa
in compagnia di altri esseri
ci guardavamo crescere
come spicchi di luna.
Passagi indispensabili su di me
segnano lentamente,
con le radici al cielo
inquieto sta sopra le mie ragioni.
Ripetendo mille volte
perdita di sé
ossessione di una essenza troppo
fragile
Portami con te
anni luce lontano via da qui
s'aprono mille possibilità
per questa nostalgia
Tanto tempo fa
in compagnia di altri esseri
ci guardavamo insieme crescere
come spicchi di luna
|
"Volano
alto i Radiodervish. Alto,
così tanto, che spesso
questo loro ultimo lavoro
provoca vertigini. Incontenibili.
Sarà per le lezioni
ricevute dai maestri di equilibrismo
(Noa, Nicola Piovani, Jovanotti),
Nabil Salameh e Michele Lobaccaro
planano tra le tessiture di
"Centro del Mundo"
con la grazia di un rapace,
apparentemente inoffensivo,
ma pronto ad attaccare. La
nostra sensibilità..”
Michele
Chisena – “MusicBoom”
I
brani, lontanissimi dagli
schemi classici della struttura
canzone e trascritti in diverse
lingue (inglese, francese,
arabo, italiano), ripropongono
aspetti fondamentali della
cultura orientale: l’amore
fra Layla e Majnun, l’Upupa
ed il volo, l’introspezione
ed il viaggio. Differenti
civiltà convergono
in una sorta di concilio assoluto
delle razze, dove linguaggi
e tradizioni trovano finalmente
spazio comune, occidente ed
oriente si sovrappongono e
nella ristretta area mediterranea
intonano un unico e raffinato
canto, confortante armonia..
Jim Morrison
- "DeBaser"
“Erano
i primi anni 70 quando Domenico Modugno salutava "...cieli
infiniti e volti come pietra, mani incallite ormai senza
speranza...", cantando l'addio alla propria terra
amata, benché amara, da parte di un popolo costretto
ad emigrare verso un nuovo (?) mondo alla ricerca di
opportunità e possibilità di vita. Oggi,
ai principi del nuovo millennio, quella terra amara,
abbandonata con dolore, è invece considerata
terra di libertà e sogno da parte di altri disperati
in fuga dall'orrore del sangue, dalla miseria e dalla
guerra che devasta i loro Paesi.
Un drammatico andirivieni di angeli migranti in costante
movimento, narrato splendidamente in quest'opera dolcissima
e tragica, Amara Terra Mia, in cui le musiche lievi
dei Radiodervish incontrano la voce recitante dell'attore
Giuseppe Battiston, per una serie di canti e racconti
che lasciano sulla pelle dell'ascoltatore il sapore
salato delle lacrime.".
Ivan Masciovecchio - "RockShock"
Centrano
il tiro ancora una volta, i Radiodervish di Michele
e Nabil, impegnati in una singolare rivisitazione di
due memorie di Modugno, rese particolarmente intense
con la complicità di Battiato in veste di arrangiatore.[...]
La magia dei Radiodervish è nella purezza del
suono, nella pacatezza di un tocco, nel sentimento,
nell'armonia. Senza orpelli, senza espedienti: musica
alta, musica altra.
ROCKERILLA,
ottobre 2006
|
|
Radiodervish,
sincretismo musicale
di Giorgio Maimone
Eleganti,
intesi, mistici forse, di sicuro sincretici. Michele Lobaccaro
e Nabil Salameh sono la miglior dimostrazione che punti
di incontro anche avanzati tra oriente e occidente sono
possibili. I Radiodervish nascono nel 1997 a Bari dalle
ceneri di un'altra prestigiosa formazione: gli Al Darawish,
in cui già erano germogliati tutti i semi che daranno
poi vita ai Radiodervish, anche col travaso totale di alcuni
brani tra una formazione e l'altra.
La differenza culturale delle origini dei membri fondatori
dà vita a canzoni che sono intese come piccoli laboratori
all'interno dei quali si svelano varchi e passaggi tra oriente
ed occidente, le cui tracce sono i simboli e i miti delle
culture del Mediterraneo, luogo di confine che unifica nel
momento stesso in cui separa. Ma non siamo tanto sul solco
aperto da De André/Pagani con "Creuza de Ma",
qui siamo un passo più oltre, siamo ad un incrocio
di culture che diventa territorio condiviso, la più
bella sperimentazione in vitro della possibilità
per due culture differenti di parlarsi, conoscersi, compenetrarsi.
World music s', ma con un disegno del tutto originale.
Il risultato è un raffinato disegno sonoro tracciato
dall'incontro della melodia con testi cantati in italiano,
arabo, inglese e francese che affondano le radici sia nella
tradizione araba che nella musica occidentale, e che li
rende originali ed innovativi nel panorama della world music
e in quello della musica d'autore italiana.
Presenti nei principali festival, nelle rassegne e nei teatri
di tutta Italia (dal Premio Tenco al festival di Villa Arconati
a Milano, da Arezzo Wave alla Notte della Taranta), i Radiodervish
vantano anche importanti esibizioni all'estero: Beirut,
Bruxelles, Atene, Parigi al prestigioso Théatre de
l'Olympia.
In otto anni di attività, con al fianco sempre Alessandro
Pipino che collabora con loro nella composizione e negli
arrangiamenti, hanno collaborato con numerosi musicisti
internazionali da Noa ad Amal Morkus, da Rim Banna a Nicola
Piovani, dai CSI a Jovanotti, Stewart Copeland e l'Orchestra
Araba di Nazareth.
La discografia dei Radiodervish segue un percorso rettilineo:
dal primo disco "Lingua contro lingua"
del 1998 (uscito per la benemerita Dischi del Mulo di Giovanni
Lindo Ferretti e MassimO Zamboni e riedito nel 2005 per
Cosmasola/Il manifesto) fino ad "Amara Terra
mia" del 2006 l'impostazione non varia. Testi
bilingue tra italiano e arabo, ambienti sonori delicatamente
acustici e ampiamente introspettivi, con una tendenza all'ascesi.
Pochi strumenti ma ben distribuiti, fino a formare un muro
sonoro coinvolgente e struggente. Ascoltare i Radiodervish
è sempre un viaggio tra le spezie e gli aromi, tra
il kummel e il coriandolo, tra i gelsamino e i petali di
rosa. I temi variano, ma quasi come in un virtuosismo linguistico,
attorno a una nota sola, che è l'amore, inteso su
scala terrena e universale. Musica profonda da meditazione,
non disposta a compromessi (tranne la minima concessione
delle due "pop version" di "L'esigenza"
e "Bombay Salam", forse
il disco meno "integralista" tra tutti). La loro
storia tuttavia, non sarebbe completa se non si tenesse
conto dell'esordio assoluto, come Al Darewish,
nel 1993, con il disco omonimo,. a cui farà seguito,
3 anni dopo (1996) l'album che poi fornirà il nome
al gruppo, ossia "Radio Dervish",
uscito per Il Manifesto. La formazione del gruppo è
composta da sempre da Nabil Salameh, voce e chitarra acustica
(solo nel primo disco. In seguito voce); Michele Lobaccaro,
basso, chitarra acustica e cori; Alessandro Pipino, tastiere,
piano. Più una serie di collaboratori che ritornano
come Rita Poglionico al violino o Giovanna Buccarella al
violoncello. I testi sono sempre di Michele e Nabil, mentre
alle musiche ha collaborato a volte anche Pipino, che, in
genere, contribuisce agli arrangiamenti.
|
|
|

Centro
del mundo
Manifesto
- 2002
Centro del Mundo / Erevan / L'esigenza / Acid Baby
/ Ya Le Temps / Junoon / Bombay Salam / Cairo Blues
/ Li Beirut / All My Will / Habibi / Secret Life /
L'esigenza (Pop Version) / Bombay Salam (Pop Version)
|

In search
of Simurgh
Manifesto/Cosmasola
- 2004
Upupa
/ La Falena E La Candela / Amira / Layla e Majnun
/ Al Maya / Iblis / La Fenice / Bustan / La Falena
E La Candela (reprise) / Cento Mondi
|
|
Amara terra
mia
Radio
Fandango /Edel- 2006
Amara Terra Mia (live)
/ Tu Si Na Cosa Grande
/ "Le Stelle"
/ Spirits /Radio Dervish
/ "Io, Vittima Del
Cpt" / Amara Terra
Mia / Belzebù /
Lettera Di Un Kamikaze
/ Ti Protegge / Del Bene
Del Male / Nathan il saggio
(parte 1) / Fedeli D'Amore
/ Nathan il saggio (parte
2) / Bombay Salam / L'Esigenza
/ "I Giorni"
/ Centro Del Mundo / "Siggil"
/ Taci |
|
|
|
|