Dunque è vero. Fabrizio De André
ha scritto pochissime canzoni.
Mi sembra incredibile scriverlo e scriverlo su questa
lista (la vecchia, storia lista De André, nota
come List-One - NdR), ma soprattutto mi sembra incredibile
che l'autore da cui più mi sento dipendente
abbia avuto una produzione così limitata.
Da un riesame di tutte le canzoni prodotte da De André
(sempre quelle famose 114 se si considerano i tre
"Intermezzi" canzoni separate o 112 se la
si considera una canzone sola e soprattutto se "Recitativo"
e "Corale" vengono considerate due canzoni
separate, come secondo me non è) risulta che
quelle scritte interamente da lui non superano di
molto la ventina.
L'ultimo disco, "Anime Salve", deve prima
di tutto aFossati, poi a Piero Milesi. "Nuvole"
e "Creuza de Ma" sono stati quanto
meno co-scritti con Mauro Pagani,
mentre "L'Indiano" e "Rimini"
devono tanto (quando non tutto) a Massimo
Bubola. In "VolumeVIII"
poi, tranne che in due canzoni, De Gregori
è senz'altro più presente di De André.
Ho depurato dalla lista "Via del Campo"
(il tema musicale è stato scovato
da Dario Fo ed Enzo Jannacci e "ceduto"
a De André), tutte le canzoni da me conosciute
ispirate ai francesi (Brassens o Villon),
Canzone dell'amore perduto (debitore
a Telemann). La guerra di Piero va
pure tolta, perché il tema musicale è
di Vittorio Centenaro, nella "Ballata
del Miché" c'è la collaborazione
ai testi della Petracchi, "Fila la lana"
è un tradizionale francese, "Caro
amore" è il concerto per Aranjuez
di Rodrigo, "Valzer per un amore"
è il valzer campestre di Marinuzzi. E resta
quindi proprio poco. Qualcuna delle prime canzoni,
"La buona novella" e parte
di "Tutti morimmo a stento".
Se
però si considera che "Girotondo"
in realtà è una filastrocca
per bambini (come Madama Dorè citata in "Volta
la carta" e la stessa "Volta la
carta") e che la storia di "Ballata
dell'amore cieco" è in realtà
una storia popolare di quelle lugubri per bambini
(e la mia mamma me la raccontava sempre, aggiungendo
la variante perfida dell'uomo che cade per la strada
mentre sta riportando il cuore della madre per i cani
dell'amata e il cuore della madre, ancora colmo di
amor materno, gli domanda "Ti sei fatto male
figlio mio?" Mamma mia, che crudeltà!),
il saldo sui fa ancora più scarno. Resta poi
vivo il dubbio se la "Città vecchia"
sia ispirata o no da Saba e se sia
vero che il tema musicale di Città
vecchia sia solo la rielaborazione di "Delitto
di Paese" (di Brassens-De
André). E la "Buona novella"?
Quanto è ispirata ai Vangeli apocrifi (che
non ho mai letto)? Perché anche lì potremmo
avere eventualmente dei testi che sono abili rifacimenti
di materiali già esistenti (e in questo De
Andrè è sempre stato superlativo).
Insomma, a me risultano come canzoni integralmente
di De André:
La canzone di Marinella
Gli intermezzi
Amico Fragile
Giugno '73
Amore che vieni, amore che vai
Bocca di rosa
Recitativo e Corale
Il pescatore
Inverno
La ballata dell'eroe
Per i tuoi larghi occhi
Preghiera in gennaio
Si chiamava Gesù
Spiritual
Nuvole barocche
Quindici
canzoni 15, più La buona novella.
E, guarda caso, tutte sue sono le canzoni del cotè
spirituale o cristiano o altro che si voglia dire.
È off topic fare i conti in "spartito"
al nostro vate? No, non credo. Credo che conoscere
meglio l'opera di una persona serva, semmai, a farla
apprezzare di più. Non ho mai amato le fedi
cieche e le adesioni acritiche. Né a un Dio
e nemmeno a De André.
Quindi,
tutto sommato, Gabriele Ferraris e Vecchioni avevano
ragione. La canzone più moderna è "Amico
Fragile" del 1975, un quarto di secolo
fa. Resta che De André era un splendido manipolatore
di parole, un cantante senza pari e un trovatore di
atmosfere come, in Italia, altri non ve ne sono mai
stati. Un vero "metteur en sieme" come diceva
Roberto Dané, facendo un gioco
di parole tra "regista" in francese, ossia
"metteur en scene" e "assemblatore".
Ma averne di assemblatori così!