Per
concordare, dissentire e ricordarsi di un "mucchio" di
dischi epocali
di
Giorgio
Maimone
Sono
questi i libri a cui tutti sono pronti a sputare addosso, salvo
poi non confessare che diventano delle specie di "bibbie sul
comodino". Perché facile è criticare, molto meno
facile scrivere. E allora ringraziamo che ci siano persone che invece
questi libri hanno avuto voglia di scriverceli, anche per tutti
gli spunti su cui non siamo d'accordo con loro. Soprattutto perché
sono stati loro a farceli venire in mente. Altrimenti chi mai ci
avrebbe pensato? Sono quindi grato al Mucchio Selvaggio e segnatamente
a Alesandro Besselva Averame, Luca Bonavita, Carlo Bordone, Aurelio
Pasini, Gabriele Pescatore e Max Stefani, oltre a Eddy Cilia e Federico
Guglielmi, Gianluca Testani e John Vignola che hanno curato il volume
(praticamente tutto "Il Mucchio" ex selvaggio) per avere
avuto il coraggio di mettere la firma e la faccia sotto "Rock,
i 500 dischi fondamentali".
Credo che, messa assieme una platea di un migliaio di persone, non
si riuscirebbe a concordare sui 500 dischi essenziali del rock,
nemmeno sotto minaccia di essere invasi dagli Stati Uniti. Confermando
quindi che il rock è un'arma di sterminio di massa più
efficace di quelle di Saddam (inesistenti). Il rock invece esiste
e sta esistendo da un periodo variamente valutabile in 40, 50 o
più anni. Il Mucchio parte da più lontano: dai prodromi
del blues, dagli anni '20 ai 50, commettendo il solito errore di
prospettiva di chi cerca di fare antologie esaustive. Antologia
infatti è un conto, enciclopedia è un altro. Chi volesse
sapere delle origini della musica registrata americana potrebbe
avere altre occasioni, chi vuole conoscere solo la storia del rock
potrebbe limitarsi (limitarsi? Il periodo è già fin
troppo lungo!) al periodo tra gli anni '50 e l'inizio del 2000.
Mutatis mutandis mi sembra lo stesso errore di prosettiva di Felice
Liperi nel suo "Storia della canzone italiana" (ma anche
Borgna esagera allo stesso modo), quando pretende di partire dalla
romanza e dalla canzone napoletana dell'800. In questo modo non
si tratta approfonditamente né di un periodo né dell'altro,
facendo insurgere rapidamente un sentimento di sazietà che
a molti lettori (frettolosi, perché non dimentichiamoci che
la caratteristica fondamentale dei lettori del 2000 è la
frettolosità, quella che dà gattini ciechi e critici
per quotidiani) impedirà di arrivare al "dunque"
attorno a cui dovrebbe svolgersi il libro. Ma si sa che gli scrittori
sono strabici: da un lato tengono d'occhio i lettori e dall'altro
le università, il pubblico dei propri "colleghi"
o addetti ai lavori.
Fatta la prima pulce ai compagni di strada del Mucchio, posso anche
fermarmi qui, perché il resto del lavoro di pulci non ne
merita. Il libro è sempre molto chiaro, sia nelle premesse
che nello svolgimento. Parte dagli anni '50 (al di là delle
sfumature già dette) e, attraverso l'esame dei dischi "imperdibili"
decennio per decennio, risale a oggi. Ne vengono fuori 500 titoli,
ma divisi in ogni decennio per "i primi 20", "gli
altri 30" e "gli ultimi 50", esattamente come fatto
sul "Mucchio extra" per ogni genere musicale in questi
anni. In totale abbiamo quindi a disposizione 90 dischi imperdibili
(per il primo decennio sono solo 10), 135 ottimi dischi (per il
primo decennio sono 15) e 225 rilevanti (per il primo decennio 25).
Altra
precauzione presa, nessun autore, tra quelli che hanno avuto lunga
vita compositiva, può apparire per più di tre volte
per decennio. Fatto sta che, alla prova dei fatti, solo Bob Dylan
appare in tutti i decenni: la regola quindi è stata fatta
su misura per lui.
Il limite maggiore nello scandire il tempo del rock per decenni
è che chi, come me, ritene che tra i 500 dischi base del
rock, 450 siano stati composti tra il 1960 e il 1979, si troverà
con molti buchi e con qualche insoddisfazione (il pogressive rock
forse meritava qualcosa in più), ma visto che se non si stabiliscono
regole, libri del genere sono impossibili da farsi, ben vengano
le regole stabilite (e ben dichiarate, in apertura) dal Mucchio.
Ne discendono 217 pagine ottimamente documentate, con copertine
di tutti i dischi citati ed esauriente svariare di generi (manca
completamente la musica italiana, ma è una scelta). Recensioni
rapide, ma esaustive. Un libro, forse, non da leggere tutto d'un
fiato, ma da tenere sempre a portata di mano.
Eddy Cilia, Federico Guglielmi (a cura di)
"Rock,
500 dischi fondamentali"
Giunti - Pag 217 - Euro 16,00
Finito di stampare nel 2002
Nelle
librerie
Ultimo
aggiornamento il 17-06-2006
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